Il concorso di poesia dialettale di Sondalo
La prima edizione del concorso di poesia dialettale risale al 2011. Fortemente voluto dal Comune di Sondalo e dal Centro Studi Storici Alta Valtellina, il concorso intende valorizzare la creatività dei vari vernacoli della Provincia di Sondrio, di Val Poschiavo e Val Bregaglia.
La breve, ma significativa esperienza di questo quinquennio, ha continuato a confermare la vitalità dei dialetti, non solo tra le persone più attempate.
Nel corso del 2016 la Regione Lombardia ha approvato una legge di tutela delle tante varietà dialettali. L’assessore alle Culture Cristina Cappellini ha così commentato questo importante traguardo: «la tradizione, per dirla con Gustav Mahler, è custodia del fuoco e non l’adorazione della cenere». L’attenzione di Regione Lombardia è un ulteriore punto di forza per affrontare l’avventura del concorso che vede di anno in anno confermarsi impegno, riflessioni intimistiche, ironia scanzonata, ricordi malinconici e rime giocose.
Il dialetto infatti dà risalto alla comicità e alla sagacia, ma – è ancora il caso si ribadirlo? – la sua plasticità e la sua duttilità lo fanno diventare la “lingua” per esprimere la propria intimità, i più reconditi sentimenti, le proprie nostalgie.
Štu dòs al m é parù tant car
e quéšta séf, che la me tàglia fòra
de ndù che l se confónt al cél e l mar,
su l ùltim fil turchìn tendù de l òra…
Questi versi di Remo Bracchi nel dialetto di Piatta non riportano forse a reminiscenze scolastiche? Sono la traduzione – nientedimeno – della prima strofa de L’Infinito di Giacomo Leopardi (il testo integrale dell’idillio in vernacolo si trova a p. 236 di Armét, la raccolta di poesie pubblicata nel 2013).