Tipografia Solares, Bormio 2011, pp. 349
Il numero è disponibile al costo di euro 15,00
ndice
Remo Bracchi, Frammenti di ambiente. Poesie in dialetto bormino della maestra Giuseppina Martinelli
Nel Bollettino storico n. 2 (1999) erano state pubblicate le poesie della raccolta I més de l an della maestra Giuseppina Martinelli. Dallo stesso quaderno don Remo ha recuperato e tradotto le altre poesie dell’autrice, trascrivendo inoltre l’articolo di Alfredo Martinelli, il Paese Alto, per meglio introdurre nella giusta atmosfera le rime della maestra. Una raccolta composta da una dozzina di poesie, tra le quali Al Bórmi de na òlta!:
Al me piasc vardàr qui pogiölìn / tacà su al téit, che l par pogiöi de pópa, / ringhierìna córta, ricamàda in fónt, / con un geràni intisighì che l sbìrcia / la roselìna smòrta del pogiölìn de frónt.
Al me piasc vardàr qui pogiölìn / tacà su al téit, che l par pogiöi de pópa, / ringhierìna córta, ricamàda in fónt, / con un geràni intisighì che l sbìrcia / la roselìna smòrta del pogiölìn de frónt.
Ilario Silvestri, Note storiche sulla Torre delle Ore di Bormio
“La Torre delle Ore che spicca solenne sul fondo della Piazza Maggiore di Bormio, quasi a vigilare sugli edifici civili e religiosi che, insieme, costituivano il cuore pulsante dell’antico Contado, fu edificata, nella parte più alta, per volontà della Communitas Burmii, a partire dall’estate del 1498…”. Ilario Silvestri ricostruisce le vicende di questa torre.
Anna Lanfranchi, La “firma” del notaio. Ricognizione sui segni di tabellionato del Bormiese
“La curiosità per i segni di tabellionato ha preso forma lentamente durante le ore trascorse a rovistare le carte degli archivi, tra una tesi di laurea e uno lavoro di inventariazione, tra una ricerca storica e un articolo per il Bollettino. L’argomento, di per sé, si preseterebbe ad una assai vasta trattazione se solo se ne avesse il tempo e l’occasione…”.
Silvia Papetti, Per una breve storia del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto (parte I)
Silvia Papetti già aveva pubblicato sul nostro Bollettino n. 13 (2010) un articolo sul santuario di Grosotto (Pietro Antonio Ramus: l’ancona dell’altare maggiore del santuario della Beata Vergine di Grosotto). Ci presenta ora la prima parte di un saggio riguardante la storia di questo sacro edificio, partendo dal 1487, anno dell’incursione degli eserciti retici nella Valtellina.
Cristina Pedrana, I Bagni di Bormio nel Breve Trattato di Nicolò Annesi
Nicolò Annesi, Breve Trattato delle virtù, qualità, operationi, e facultà delli nobili, antichi e pretiosi Bagni di Bormio di Valtellina
Nicolò Annesi, Breve Trattato delle virtù, qualità, operationi, e facultà delli nobili, antichi e pretiosi Bagni di Bormio di Valtellina
Cristina Pedrana presenta, introduce, trascrive e commenta il “Breve Trattato” del 1612 di Nicolò Annesi, col quale vengono descritti le virtù dei Bagni, le proprietà terapeutiche e i benefici dell’acqua, le regole da osservare…
Luciano Süss, Luigi Filippo Manciana 1881-1957. Un Valfurvese da non dimenticare
Un florilegio di lettere e articoli scritti da Luigi Filippo Manciana dal 1906 al 1954. Il Manciana fu Sindaco di Valfurva e ancora oggi ricordato da tanti convalligiani e che giustamente Luciano Süss, suo discendente, propone alle giovani generazioni come “Valfurvese” da non dimenticare.
Simone Angeloni, La fragilità delle nostre valli. Breve excursu tra storia e morfologia del territorio
La grande frana che ha devastato la zona di Sant’Antonio Morignone nel 1987 non è stato un evento unico del nostro territorio. Un attento sguardo consente anche al giorno d’oggi di notare fenomeni analoghi in tutta la provincia. Simone Angeloni, attraverso fonti documentarie e analisi della morfologia, tratta della frana di Piuro del 1618 descritta dal Guler e dallo Sprecher, di quella di Sernio del 1807 descritta a sua volta dal Ferranti, di quelle più antiche di Valchiosa, di Migiondo, di Poschiavo.
Luciano Luciani, Un precedente della frana della Val Pola: Alleghe, 11 gennaio 1771
All’articolo di Simone Angeloni fa eco quello di Luciano Luciani, riguardante l’analogia tra la frana di Val Pola e quella del 1771 di Alleghe nel Bellunese, nel cuore delle Dolomiti. Lo sconvolgimento naturale di quell’epoca si è poi tramutato in una risorsa turistica notevole che caratterizza questa località montana che si specchia nelle acque del lago formatosi dall’immane scoscendimento.
a cura di Anna Lanfranchi, Il Libro delle memorie del Canonico Fanti di Sondalo – Parte III
Si conclude su questo numero del Bollettino la trascrizione del Libro delle memorie del CanonicoFanti di Sondalo. Anche questa terza parte si caratterizza per la varietà degli argomenti trattati dal Fanti e da altri sacerdoti sondalini: si va dai rimedi per i malanni, alla latteria di Sondalo, all’alpeggio di Redasco, dall’andamento del clima ai centenario della fonte di san Clemente, al centenario di san Bernardo, dall’elenco dei parroci di Sondalo e frazioni a quello degli arcipreti di Sondrio. La prima parte è pubblicata sul Bsav n. 13 (2010), la seconda sul n. 14 (2011).
Gisi Schena, Virgilio Freno (1891-1928): il pittore del paesaggio bormino
Gisi Schena s’era imbattuta nel nome di Virgilio Freno nella stesura dell’articolo su Massimo Longa (v. Bsav n. 11/2008), in quanto i due figuravano amici. Tramite informatori e fortunate circostanze, Gisi è riuscita a rinverdire la memoria di questo pregevole pittore che ha immortalato nella sue tele numerosi panorami delle nostre montagne, recuperando anche alcune immagini di sue opere (tra cui quella di copertina del bollettino).
Luca Paganetti, I giovani e il dialetto a Bormio e Morbegno: alcune osservazioni
Una preziosa e scrupolosa indagine sociolinguistica che ben ci fa capire quanto e come i giovani di Bormio e Morbegno percepiscono il dialetto, lo conoscono e lo usano in famiglia e in altri contesti.
Hans-Peter Schreich, Il cimitero di Sta. Maria in Val Monastero con le sue testimonianze valtellinesi
Curioso articolo del reverendo Hans-Peter Schreich di Santa Maria, proposto anche nell’originale idioma romancio, che passa in rassegna e commenta alcune antiche lapidi, del locale cimitero, di personaggi in qualche modo legati al Bormiese e alla Valtellina. Il cimitero non è solo la dimora dei resti mortali, ma è il luogo che perpetua la memoria delle persone scomparse.
Cristina Greco, La capra, la vacca dei poveri. L’allevamento caprino nel comune di Sondalo
Oggi la capra Frisa o Frontalasca è un animale di razza, alla quale vengono dedicate mostre e fiere con assegnazione di trofei. Ma la capra non è sempre stata così fortunata, più volte nei secoli è stata ritenuta un animale dannoso. Eppure la capra – come dice il titolo dell’articolo – va ricordata come capo di bestiame che ha sfamato e nutrito generazioni di famiglie indigenti.
Manuel Piardi, Al confine tra natura e cultura: l’uomo selvatico
È per eccellenza l’immagine di Val Gerola quella che meglio rappresenta nell’immaginario collettivo l’uomo selvatico che tanto ha caratterizzato nei secoli i miti dei montanari ad ogni latitudine della terra. Manuel indaga questo essere a metà tra l’uomo civilizzato e la bestia, portatore di conoscenze, caratterizzato dagli istinti primordiali, così ben presente anche nella mitologia dell’Alta Valtellina, in particolare a Cepina, nel rituale carnevalesco de l ómen e la fémena del bósc’ch.
Michele Parolini, Gervasius Trioli burmiensis (1738-1802), prete e uomo «ut pater Patriae»
Michele Parolini presenta la biografia di don Gervasio Trioli, originario di Semogo, che fu parroco a Lanzada in Val Malenco dal 1771 fino al decesso. Don Trioli non fu solo uomo di chiesa e amministratore, ma anche uomo di cultura, che ci ha lasciato anche alcuni sonetti di argomento religioso.
Cola Giuseppe, Il Monte Vallecetta e il suo ghiacciaio scomparso
Giuseppe Cola, esperto del Servizio Glaciologico, documenta e descrive la piccola glaciazione che interessò la seconda metà del Settecento, a seguito della quale si formò un ghiacciaio sulle alte pendici del Vallecetta, compromettendo l’area dei pascoli più alti. Il proprietario del terreno sommerso dai ghiacci “tentò invano di riconquistare a queste masse gelate i suoi campi invasi. Sarebbe stato necessario, per arrivare ad un risultato favorevole, che più di mille operai lavorassero tutta una estate, e forse ancora non avrebbero potuto pulire interamente il luogo…”