Indice
Dedica Al prèt di lach
Stefano Zazzi, Don Carlo e il suo “Bollettino”
(San Martino e San Brizio, la frana, la sua gente, la montagna)
Don Carlo Maria Bozzi è stato per tanti anni parroco di Sant’Antonio Morignone e di Santa Maria Maddalena. Era un prete attivissimo anche come ricercatore storico e archivistico, amante delle sue montagne e delle escursioni verso i laghetti alpestri. Don Carlo curava la pubblicazione di un Bollettino dove, oltre alla catechesi e alla pastorale, parlava della storia e della cultura locale. Don Carlo, insieme ai suoi parrocchiani, nel 1987 ha vissuto il dramma della frana che ha letteralmente distrutto e coperto Sant’Antonio Morignone. Oltre al paese, alle case, alla chiesa, al cimitero, se n’è andato anche l’immenso patrimonio archivistico e bibliografico che aveva raccolto in tanti anni. Il “Bollettino” rimane ora come testimonianza della sua lunga e intensa attività e come fonte per ricostruire il passato di Sant’Antonio. Stefano Zazzi ripercorre alcune delle notizie più importanti apparse sui vari numeri di questo Bollettino.
Michela Gurini, Le Confraternine dei Disciplini nel Bormiese
Le Confraternite dei Disciplini nel Bormiese dalle origini fino alla soppressione intervenuta verso la fine del 1700. Michela Gurini analizza gli aspetti economici e sociali, l’organizzazione, gli statuti, le processioni.
Ilario Silvestri, Il concilio di Trento e gli usi matrimoniali tra XVI e XVII secolo
L’articolo è quasi un seguito dell’articolo dello stesso Silvestri (v. Bsav n. 4/2001, Ratto di una fanciulla…). Scorrendo tra gli incartamenti del Tribunale di Bormio si può presumere con certezza che nel Bormiese, nel 1600 il matrimonio avveniva ancora per reciproco consenso della donna e dell’uomo quando essi avevano età e requisiti per contrarlo. La benedizione religiosa era sentita soltanto come opzione. Ilario Silvestri propone la trascrizione integrale dei documenti citati nell’articolo.
Oleg Zastrow, In merito ad antichi interventi di recupero culturale: una significativa testimonianza a Sondalo
Oleg Zastrow, dopo lo studio sulle croci astili (v. Bsav n. 2/1999), propone uno studio del Cristo crocifisso venerato a Sondalo, cui è dedicato un altare laterale nella chiesa prepositurale. Con la solita puntualità e precisione, lo Zastrow cerca di datare il prezioso manufatto effettuando raffonti con analoghe opere d’arte lombarda.
Gianluigi Garbellini, Il Santuario della Madonna della Biorca
Il cinquecentesco Santuario della Madonna della Biorca, a Grailé, è oggetto di studio di Gianluigi Garbellini, che ne descive l’insolito modulo “a fienile” e la dedicazione a san Michele Arcangelo. Dato questo che potrebbe far presumere l’esistenza di un edificio sacro più antico. Oltre alla particolare architettura, vengono descritti gli altari e anche gli ex voto.
Remo Bracchi, Poesie in dialetto forbasco di Ignazio Bardea
Ignazio Bardea ci ha lasciato una quantità di scritti che purtroppo non sono ancora stati dati alla stampa. La produzione dell’insigne canonico annovera ben 201 componimenti in versi, di cui 5 in dialetto di Valfurva, dove il nostro fu parroco dal 1763 al 1774. Remo Bracchi effettua l’analisi dei 5 sonetti in vernacolo, compiendo un’analisi comparativa del dialetto usato dal Bardea con quello attualmente in uso nella valle.
Stefano e Silvia Ericini, Brevi note di botanica medicinale di Martino Anzi
Rosanna Piuselli, L’uso dei semplici, superstizione popolare?
Martino Anzi fu un appassionato studioso ottocentesco di botanica. Tra i tanti scritti che ci ha lasciato, è stato rinvenuto una specie di catalogo di rimedi naturali, non solo di erboristeria, per svariati mali e malanni. Stefano e Silvia Ericini ne hanno curato la trascrizione.
Rosanna Piuselli a sua volta ha provveduto alla valutazione dal punto di vista medico la validità e l’attualità di questi rimedi.
Elio Bertolina, Il giro della stella nella tradizione popolare
Nel periodo Natalizio in Alta Valtellina, compagnie di giovani effettuano ancora adesso il cosiddetto “Giro della stella”. Elio Bertolina descrive le particolarità di questa usanza nei vari borghi, riportando anche canti e musiche.
Emanuele Mambretti, Al téit in córz
“A Livigno le case più antiche sono per lo più realizzate con struttura interamente lignea”, con un tetto destinato a reggere, durante il lungo inverno, un considerevole strato di neve. Emanuele Mambretti ci descrive fase per fase la costruzione del tetto.
Max Siller, Germanismi e tedeschismi nel dialetto Bormino
A seguito dell’articolo di E. Mambretti, I lemmi relativi ai dialetti dell’Alta Valle… (Bsav n. 4/2001), Max Siller dell’Università di Innsbruck, ha effettuato una spigolatura di termini per i quali propone una derivazione dal germanico o dal tedesco.
Cristina Pedrana Proh, Marino Moretti e Ambrosini Bläuer Rini: una singolare corrispondenza
Cristina Pedrana Proh presenta le lettere e le cartoline inviate, dal 1935 al 1960, dal futurista Marino Moretti ad Ambrosini Bläuer Rini. In effetti, una singolare corrispondenza.
Ivano Gambarri, Francesco Pace, I massi a coppelle del monte Vallecetta
Gli autori, appasionati archeologi, descrivono i massi a coppelle rinvenuti nel 2001 sulle pendici del monte Vallecetta.
Francesco Pace, L’an de la Siberia
A margine dell’articolo di S. Zazzi, Un artista parigino in Alta Valtellina (Bsav n. 3/2000), Francesco Pace propone una scheda a conferma dell’eccezionalità del rigore dell’anno 1816, noto come l’an de la Siberia.
Luca Dei Cas, Quando a Sondalo c’era il lago
E’ ancora viva a Sondalo la leggenda che narra di un lago che riempiva la conca a valle dell’abitato, di anelli infisso nei muri dove sarebbero state ormeggiate le barche, Luca Dei Cas, geologo, attesta la veridicità di questo mito, anche se il lago si formò in un periodo assai antico (ca. nel 7000 a.C.) e che si svuotò pochi secoli dopo.
Maria Valentina Casa, Al pitór de Oga
Donata Rocca, Fernando Ramponi, cenni biografici e artistici
Maria Valentina Casa e Donata Rocca presentano la vita, le opere, ma soprattutto il soggiorno a Oga, del pittore Fernando Ramponi (1884-1916), che passò 6 anni (dal 1909 al 1915) nella pittoresca frazione di Valdisotto che ispirò alcuni suoi dipinti.