Ilario Silvestri, Luca Dei Cas, Acqua, le fonti di S. Carlo nel Bormiese – 95 pagine, illustrazioni b/n e colori, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 24×17, Bormio 2003.
Costo euro 12,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 10,00
A san Carlo Borromeo, benché non sia mai stato in Alta Valtellina e non vi abbia fatto sgorgare nessuna fonte, sono intitolate una decina di sorgenti del Bormiese, le cui acque da sempre sono ritenute curative dai popolani. Dopo un’ampia premessa antropologica sui significati apotropaici dell’acqua e in particolare quelle di cd. san Carlo, sono riportati i percorsi per raggiungerle e le caratteristiche organolettiche. Il volume può essere un utile stimolo a una passeggiata alternativa per immergersi in angoli lontani dal traffico e dalla ressa. Se poi l’acqua non è così miracolosa… varrà almeno la pena
Ilario Silvestri, La chiesa di san Gallo – 91 pagine, illustrazioni b/n e colori, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 24×17, Bormio 2004.
Costo euro 12,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 10,00
La pubblicazione parla della fondazione e delle vicissitudini storiche che hanno interessato la solitaria chiesa di san Gallo, un tempo parrocchiale di Premadio in Valdidentro. Un capitolo è dedicato alla biografia del santo titolare e un altro alle leggende e credenze riguardanti questo sacro edificio, la cui sagrestia venne erroneamente ritenuta il luogo di detenzione delle streghe la notte prima di salire sul patibolo
Gisi Schena, Marco De Campo, La memoria dell’acqua – 204 pagine, illustrazioni b/n e colori, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 29,7×21, Sondrio 2007.
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
È ancora una volta l’acqua che ispira gli autori, ma questa volta per i suoi usi più pratici: l’irrigazione dei prati, l’agualàr, ovvero la roggia che scorreva al limitare settentrionale di Bormio e che serviva ad azionare le ruote dei vari opifici che si susseguivano lungo la strada che attualmente è nota come via Molini. E poi l’acqua che aziona la prima turbina che ha dato l’energia elettrica a Bormio, l’acqua che alimentava le fontane prima vicinali e poi comunali di Bormio prima della costruzione dell’acquedotto. E ancora le rogge d’irrigazione di Sondalo e la disputa sugli oneri di manutenzione tra i sondalini e i frazionisti di Mondadizza trascinatasi per qualche anno tra fine Settecento e inizio Ottocento, e mediata dai rispettivi parroci. Quadri cartografici d’epoca napoleonica, asburgica e moderna arricchiscono la pubblicazione.
Ignazio Bardea, Lo spione chinese – 204 pagine, illustrazioni b/n e colori, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 20,4×15, Bormio 2007.
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
Ignazio Bardea è stato un vero e proprio poligrafo. Tra i suoi tanti manoscritti si annoverano cinque quaderni conservati presso l’archivio di Bormio e un sesto si trova a Brescia, dove si era trasferito alla fine della sua carriera ecclesiastica, tutti riguardanti l’argomento dello “spione chinese”. Si tratta di una cronca del tempo, scritta in forma di lettere tra due mandarini cinesi, l’uno residente in Valtellina (Sin-ho-hei) e l’altro a Milano (Chint-che-ou). Un terzo (Cham-pi-pi) entra in relazione coi primi due da Parigi. Descrizioni geografiche si alternano a una satira politica nei tempi del tormentato passaggio, del Bormiese, dal dominio grigione a quello cisalpino, e soprattutto da una secolare autonomia, che aveva reso il Contado una democrazia quasi indipendente, a un drastico ridimensionamento a comune agricolo di montagna, senza più gli antichi privilegi sui dazi, con gli ovvi svantaggi che ne sono conseguiti.
Ignazio Bardea, Lo spione chinese – 305+LV pagine, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23,4×15,40 Bormio 2010.
2Edizione riveduta, corretta e ampliata per la XVIII edizione delle Giornate Bormiesi di Cardiologia ESAURITO
Pietro Pedranzini, Memorie storiche sulla difesa dello Stelvio nel 1866 – 208 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15,40, Bormio 2011.
Pietro Pedranzini è un eroe della III Guerra d’Indipendenza in un episodio marginale e poco conosciuto rispetto agli altri fronti che hanno visto gli scontri più famosi (Bezzecca, Custoza, ecc.). Un eroe che in un’azione solitaria riuscì a fare prigionieri 65 militari austriaci.
L’autore descrive il periodo tra giugno e luglio 1866, quando un manipolo di imperiali riuscì dapprima ad occupare il Giogo dello Stelvio per poi scendere fino ai Bagni, entrare in Bormio e respingere gli armati italiani fin oltre il Ponte del Diavolo. Le Memorie narrano poi dell’avanzata delle truppe italiane capitanate dal col. Guicciardi e la prodezza del Pedranzini, che si racconta in terza persona, con la clamorosa beffa agli austriaci.
Il volume contine una serie di saggi introduttivi e delle interessanti pagine di pubblicazioni d’Oltralpe che ci consentono di cogliere il punto di vista asburgico delle vicende. Nell’appendice, un saggio di Anna Lanfranchi descrive gli aspetti militari della Bormio ottocentesca.
Remo Bracchi, I Fioretti di don Carlo – 118 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15,40, Bormio 2011 con allegato DVD di immagini di don Carlo Bozzi e Sant’Antonio Morignone. ESAURITO
Don Carlo Bozzi, mancato il 28 novembre 2001, è stato a lungo parroco di Sant’Antonio Moignone e Santa Maria Maddalena. È stato testimone delle calamità naturali del 1987, allorché la spaventosa frana cancellò i vari nuclei che componevano Sant’Antonio Morignone. Con la scomparsa del paese, della chiesa, del cimitero, è andata distrutta anche la notevole raccolta di documenti storici e archivistici raccolti dal sacerdote durante i decenni.
È stato uno dei fondamentali elementi di coesione di una comunità che si è dovuta disperdere nel territorio circostante. Ma è stato anche un provetto fotografo, archeologo, entomologo, melomane e appassionato escursionista. Remo Bracchi, amido di don Carlo, gli dedica un affezionato ricordo che presenta al lettore il prete, ma anche l’uomo.
AA.VV., Lezioni magistrali – Tavole rotonde (2003-2012) – 344 pagine, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2012. Collana La Reit, edizione per il XX Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia) ESAURITO
Il volume raccoglie le lezioni magistrali delle Giornate Bormiesi di Cardiologia, dal 2003-2012. Insigni cattedrattici si sono alternati in questo periodo: Alberto Quadrio Curzio, Anna Bordoni Di Trapani, Odoardo Visioli, Michele Prandi, Guglielmo Scaramellini.
Inoltre, ci sono gli interventi delle tavole rotonde che dal 2007 hanno arricchito la giornata inaugurale del convegno, con la presentazione di vari volumi, di autori bormini stampati o ristampati per l’occasione, e la celebrazione dei poeti bormini, nativi o d’adozione, con le pubblicazioni antologiche delle loro composizioni.
AA.VV., Passato, presente e futuro del congiuntivo – Studi in onore di Livio Dei Cas – 246 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2012. Collana La Reit, edizione per il XX Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia)
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00 ESAURITO
Da anni si parla dello stato di salute del congiuntivo, modo verbale spesso tralasciato, talvolta usato in modo erroneo. Sembrerà strano, ma gli stessi problemi di adesso sembrano essere gli stessi dell’alba della lingua italiana.
Roberto Celli, Longevità di una democrazia comunale – 367 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2013. Collana La Reit, edizione per il XXI Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia)
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
Riedizione del volume stampato nel 1984. Si tratta della storia delle istituzioni di Bormio dalle origini del comune al dominio napoleonico. Il libro è stato arricchito da un saggio introduttivo curato da Guglielmo Scaramellini, con una serie di studi in onore dello storico toscano sulla storiografia di Bormio dal 1500 ad oggi. Autori dei testi sono Leo Schena, Maurizio Pegrari, Olimpia Aureggi Ariatta, Roberto Togni, Cristina Pedrana, Lorenza Fumagalli, Augusta Corbellini e Piercarlo Della Ferrera.
Domenico Schena, Tröi sbilénch – Sentieri a sghembo – 240 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2013. Collana La Reit, edizione per il XXI Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00 ESAURITO
Autobiografia in dialetto bormino di Domenico Schena, il cui sottotitolo in italiano è: Itinerario lungo un sentiero che si inerpica a sghembo, folto di spini che ingombrano il libero cammino e impediscono di procedere diritti verso la meta desiderata. La trascrizione del testo dialettale è stata curata da Remo Bracchi che ha provveduo anche alla versione in lingua elle note linguistiche. Il volume propone anche saggi di Leo Schena – figlio dell’autore -, Stefano Agosti, Mario Garbellini e Chiara Sciolis, Guido Scaramellini e Remo Bracchi. Las pubblicazione si chiude con una nota biografica curata da Gisi Schena, nipote dell’autore
AA.VV., Le acque dell’Alta Valtellina – 488 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2014. Collana La Reit, edizione per il XXII Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia”
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00 ESAURITO
Il volume raccoglie tredici saggi di vari autori relativi alle “acque” dell’Alta Valtellina: Ilario Silvestri, Anna Lanfranchi e Roberto Togni tracciano la storia dei Bagni di Bormio attraverso i secoli fino ad oggi; Cristina Pedrana presenta e commenta i vari autori che a partire da Pietro da Tossignano (1395) hanno descritto i Bagni di Bormio ed hanno lasciato norme e consigli per trarre i migliori benefici dalle acque. Daniela Valzer traccia invece la storia delle Terme Bormiesi, Massimo Favaron nel suo articolo dedicato al compiano prof. Paolo Berbenni parla del sistema acque nel Parco Nazionale dello Stelvio, Gisi Schena degli usi civici, agricoli e industriali delle acque nel Bormiese, Augusta Corbellini ripercorre l’epopea dell’Aem (ora a2a) in un secolo di attività in Alta Valtellina, Anna Lanfranchi e Stefano Zazzi descrivono fortune e sfortune della fonte ferruginosa di Santa Caterina Valfurva, Gisi Schena tratta invece della storia dell’acqua Levissima. Remo Bracchi parla dei vari significati della parola acqua nei dialetti dell’Alta Valtellina, e dei riferimenti relativi all’acqua negli antichi processi bormiesi. Emanuela Gasperi illustra i vari oggetti relativi all’acqua presenti nel Museo Civico Bormiese. Segue un consistente apparato documentario, nella cui prima parte sono raccolti i testi (quelli latini tradotti) degli autori elencati da Cristina Pedrana nel suo articolo (Cassiodoro, Tossignano, Paravicini, Mattioli, Venusti, Annesi, De Burgo, De Simoni, Bardea), con infine alcune lettere ducali di epoca qiuattrocentesca. Lorenza Famagalli descrive le serie relative alle acque conservate nei vari archivi dell’Alta Valtellina, e infine Luca Dei Cas presenta un rapporto sui dati pluviometrici dell’Alta Valtellina.
AA.VV., Fuochi, fucine, incendi e roghi portatori di memoria nell’Alta Valle – 419 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2015. Collana La Reit, edizione per il XXIII Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia”
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
Il volume raccoglie saggi di vari autori relativi al tema del fuoco dell’Alta Valtellina: Il volume è suddiviso in tre sezioni: etnografia, storia e varia. Nella prima parte trovano spazio i saggi di Ilari Silvestri sul culto di Sant’Antonio abate e altre credenze intorno al fuoco, segue Andrea Maiolani con la descrizione del tradizionale falò che viene acceso ogni anno la notte di san Lorenza a Oga sopra Bormio. Maria Valentina Casa propone uno studio sull’iconografia del fuoco negli edifici sacri dell’Alta Valtellina. Chiude la prima parte Remo Bracchi con “Il fuoco, il principio e la fine”, ovvero uno studio riguardante il fuoco nei dialetti non solo del Bormiese, ma aprendo gli orizzonti all’intero cosmo.
L’argomento storico è aperto da Leo Schena con un saggio sugli incendi a Bormio dall’ultima decade del XII secolo al primo scorcio del XVII. Cristina Pedrana ripercorre le vicende della controversa figura del bresciano Galeano Lechi, noto come Conte Diavolo. Per l’occasione l’autrice ripropone la trascrizione di uno scritto dello storico Tullio Urangia Tazzoli sul conte Lechi, pubblicato nel 1939. Seguono gli articoli di Daniela Valzer sui devastanti incendi del Bormise e di Anna Lanfranchi sull’incendio Taronno e sulla storia del Civico Corpo dei Pompieri di Bormio. Chiude questa sezione Stefano Zazzi che tratta delle fucine nel corso dei secoli.
L’ultima parte propone argomenti vari ed eterogenei: Augusta Corbellini presenta un saggio intitolato Al fuoco! in cui ripercorre gli articoli della lunga serie dei Bollettini della Società Storica Valtellinese in cui è presente l’argomento fuoco legato in particolare all’Alta Valle. Gisi Schena ha invece curato un’antologia di testi di autori del Bormiese che hanno parlato di fuoco in senso lato (fuoco come sentimento, passione, tramonto, lampada di miniera). Manuela Gasperi ripercorre suppellettili, camini, ex voto, ecc. presenti nel Museo Civico bormino che ricordano il fuoco. Lorenza Fumagalli chiude questa sezione con le consistenze archivistiche locali che hanno come argomento il fuoco e gli incendi, a partire dagli antichi statuti di Bormio.
Il volume è presentato da Guglielmo Scaramellini con l’introduzione “Il fuoco, il Fiore Rosso dell’Uomo” ed è chiuso da Luisa Bonesio con la postfazione “Gli ultimi fuochi”.
AA.VV., Magnifica Terra, Honorate Valli e territori finitimi. Nuove memorie – 326 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2016. Collana La Reit, edizione per il XXIV Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia”
Il volume raccoglie saggi di vari autori relativi al tema della terra dell’Alta Valtellina: il primo saggio è di Remo Bracchi: La terra, la grande madre, con il quale l’autore ripercorre il tema delle dee madri nell’antichità per arrivare ai nostri dialetti, alla ricchezza delle espressioni e dei modi di dire legati alla parola terra. Augusta Corbellini propone un largo percorso dei territori, seguendo i nomi dei luoghi, dei comuni dell’alta Valtellina indagati nella serie degli Inventari Toponomastici della Società Storica Valtellinese. Ilario Silvestri e Anna Lanfranchi propongono due articoli che riguardano le esperienze estrattive, più o meno fortunate, di pietre e minerali. Cristina Pedrana torna sulla storia della strada dello Stelvio, soffermandosi questa volta in particolare sulle gallerie. Daniela Valzer affronta la tematica delle sepolture attraverso i secoli: dalle inumazioni nella terra, agli avelli all’interno delle chiese, ai cimiteri esterni al paese, ai funerali dei suicidi e alle tumulazioni di deceduti non appartenenti alla fece cattolica. Massimo Favaron del Parco Nazionale dello Stelvio tratta della terra come mondo sotterraneo ricco di vita, areato e fecondato da una miriade di piccoli animali. Raffaele Occhi descrive la storia dell’alpinismo dagli albori alla Grande Guerra soprattutto in Valfurva. Di agricoltura e relativi attrezzi si occupano Stefano Zazzi e Manuela Gasperi. Davide Pace illustra le tracce archeologiche presenti soprattutto in Valdisotto dove su entrambi i versanti sono presenti massi coppellati. Edy Romani tratta dei fossili di cui sono particolarmente ricche le rocce della valle di Livigno. Chiude Pier Carlo Della Ferrera con un saggio sulla denominazione “Magnifica Terra” nelle fonti bibliografiche.
Il volume è introdotto da Leo Schena con Livio Dei Cas, introdotto da Guglielmo Scaramellini: Terra, ubi consistere e molto altro, ed è chiuso da Luisa Bonesio con la postfazione Terra in comune.
AA.VV., Pietro Pedranzini, Memorie storiche sulla difesa dello Stelvio nel 1866 – 347 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2016. Collana La Reit, edizione per il XXIV Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia”
La nuova edizione esce in occasione del 150° anniversario della leggendaria impresa di Pietro Pedranzini. Rispetto al volume pubblicato nel 2011 contiene una nuova appendice, nella quale sono stati inseriti il testo di Angelo Umiltà, I volontari del 1866 ovvero da Milano alle Alpi Rezie. Memorie storiche documentate di Angelo Umiltà Volontario dei Bersaglieri dello Stelvio e la Relazione sull’andamento del servizio sanitario nella Legione di Guardia Nazionale mobilizzata alla difesa dello Stelvio e del Tonale, del dott. prof. Innocenzo Regazzoni, medico della Legione.
Entrambi i testi sono preceduti da una introduzione storica e biografica curata da Cristina Pedrana.
Il volume è introdotto da Leo Schena con Livio Dei Cas, introdotto da Guglielmo Scaramellini: Terra, ubi consistere e molto altro, ed è chiuso da Luisa Bonesio con la postfazione Terra in comune.
AA.VV., Memorie dell’Aria in Alta Valle – 357 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2017. Collana La Reit, edizione per il XXV Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia”
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci Cssav euro 15,00
Il volume raccoglie saggi di vari autori relativi al tema dell’aria dell’Alta Valtellina: il primo saggio è di Remo Bracchi: L’aria, immensa anima, con il quale l’autore ripercorre il tema dell’aria nell’antichità per arrivare ai nostri dialetti, alla ricchezza delle espressioni e dei modi di dire, alle credenze e alle superstizioni legate al concetto di aria, di vento e degli spiriti dell’aria. Cristina Pedrana si sofferma invece sul concetto di confine: linee d’aria o concreti segni sulla terra? L’autrice coglie l’occasione per proporre la trascrizione del Bardea del testo cinquecentesco relativo ai confini del Contado di Bormio vergato dal notaio Giuseppe Sermondi, con relativa traduzione.Augusta Corbellini propone una descrizioni storica, architettonica, ma anche sentimentale dei campanili che svettano nel Bormiese. Dai campanili alle campane: Ilario Silvestri traccia una breve storia delle campane in Alta Valtellina, soffermandosi anche sui “poteri” degli squilli in grado – si presumeva – di interrompere i temporali. La campana segnava inoltre il confine tra il giorno e la notte. Dai rintocchi della sera fino all’Ave Maria all’alba la notte era il regno degli spiriti maligni e delle streghe. Oltre agli aspetti antropologici ed etnografici, il Silvestri tratta di alcuni fonditori bormiesi, in particolare dei Calderari. Segue un articolo di Dario Cossi che, in base a documentazione bibliografica, riporta alla memoria dei convalligiani la figura di Francesco Sermondi, stimato fonditore originario di Bormio che ebbe fortuna in Svizzera. Sua è la campana di mezzogiorno della cattedrale di Berna, dove il Sermondi morì nel 1588. Gianpaolo Angelini descrive limitatamente all’ambito lombardo il cielo nel paesaggio. Articolo al quale fanno eco Manuela Gasperi e Gisi Schena che descrivono le volte celesti delle chiese di Bormio.
Sul finire dell’Ottocento l’aria pura di montagna è divenuta il migliore rimedio per curare la tisi. A Sondalo è infatti sorto il primo sanatorio italiano, seguito da altre strutture private e infine dal Villaggio Sanatoriale. Sempre l’aria protagonista del richiamo dei villeggianti a Bormio nel saggio di Stefano Zazzi. Aria, nuvole, vento e tempeste sono l’argomento dell’articolo di Raffaele Occhi che ricorda particolari delle ascensioni alpinistiche nel Bormiese tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Il mito di Icaro, ossia la sfida dell’uomo all’aria è oggetto di due articoli di Daniela Valzer, il primo sul salto con gli sci in auge nella prima metà del Novecento e quindi le prime esperienze di volo con il deltaplano nel Bormiese. Dal volo agli aerei, dagli sport alle attività belliche, il giudice Giuseppe Tarantola ricorda un bombardamento aero a Bormio sul finire della seconda guerra mondiale, che fortunatamente non provocò gravi danni.
L’aria come ambiente di vita e di volatili: una sequenza di saggi, a partire da quello dei fratelli Maurizio e Massimo Favaron che parlano degli ingegnosi sistemi di trasporto aereo di aracnidi e insetti, poi Michele De Lorenzi sulle pernici bianche in Alta Valle; piccioni e piccionaie nel saggio di Anna Lanfranchi, che con un successivo articolo ricompone la storia dell’Osservatorio meteorologico alla quarta cantoniera dello Stelvio. Le fanno eco Giuseppe Cola che a sua volta ricorda l’osservatorio dei Forni in Valfurva, e Alfredo Praolini con i colleghi d’ufficio illustra l’attività del Centro Niveometeorologico di Bormio e la sua attività di monitoraggio del ghiacciaio dello Stelvio.
Il volume è introdotto da Leo Schena con Livio Dei Cas, introdotto da Guglielmo Scaramellini: Alpenluft macht frei (und glücklich). Oppure no?, ed è chiuso da Luisa Bonesio con la postfazione Un più largo respiro.
Ulrico Martinelli, Le guerre per la Valtellina nel XVII secolo – 476 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 26×19, Bormio 2017. Collana La Reit, edizione per il XXV Congresso “Giornate Bormiesi di Cardiologia” – Ristampa anastatica dl volume del 1935 con nuova introduzione e nuovi saggi in appendice
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00 ESAURITO
Tra il 1620 e il 1639 la Valtellina, con i Contadi di Bormio e Chiavenna, dal momento della ribellione infelicemente denominata dal Cantù “sacro macello” è divenuta oggetto di contesa tra i francesi alleati dei Grigioni e gli spagnoli, signori del Ducato di Milano, legati per parentela agli Asburgo d’Austria. Guerra caratterizzata da alterne fortune tra i belligeranti, dai capitolati di Madrid e Monzon rimasti infruttuosi, fino a quello di Milano che ha riportato lo status quo nella valle dell’Adda, con il ritorno ai Grigioni. Guerra egemonica, quella di Valtellina, mascherata da guerra di religione nell’epoca in cui le Tre Leghe avevano in parte aderito alla riforma evangelica di Calvino e Zwingli, con gli alleati Bernesi e Zurigani tenacemente antipapisti. Ulrico Martinelli descrive minuziosamente questo tormentato ventennio, con le fortune e le sfortune del marchese di Coeuvres e il duca di Rohan. Il libro ristampato si chiude con i saggi della tavola rotonda del 2008 in occasione della prima ristampa antastatica, firmati da Alberto Quadrio Curzio, Roberta De Monticelli, Gianvittorio Signorotto e infine Leo Schena curatore della riedizione.
Carlo Bozzi, Dal piccolo ai grandi orizzonti. La storia di S. Antonio Morignone spigolata dai bollettini di Carlo Maria Bozzi, a cura di Remo Bracchi – 700 pagine, illustrazioni b/n e a colori, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2017.
Costo euro 35,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 30,00
Don Carlo Maria Bozzi, parroco di Sant’Antonio Morignone dal 1951 al 2001, ha pubblicato ininterrottamente un bollettino parrocchiale dattiloscritto e ciclostilato arrivando a oltre 600 numeri, nei quali un paio di pagine erano dedicate alla storia più che millenaria delle contrade sottoposte alla sua cura. La chiesa e lo xenodochio di San Martino di Serravalle sono documentati già dall’anno mille, ma nel sito erano state rinvenute tracce preistoriche. Così la zona di San Bartolomeo conservava tracce dell’antichissima fortificazione. Gli scavi effettuati negli anni hanno avuto come frutto il ritrovamente di monete risalenti al 600 d.C.
Sant’Antonio Morignone con tutte le sue contrade è stato distrutto dalla frana del 28 luglio 1987. Oltre alle case, alla chiesa, al cimitero, a ogni traccia delle umane fatiche, è andato distrutto il pregevole archivio parrocchiale. Sono rimasti però i bollettini che Rita Sosio è riuscita a raccogliere, a vagliare, e quindi a trascrivere gli articoli di storia, revisionati poi da Maria Grazie Lazzeri e Ottorino Sosio. Don Remo Bracchi ha assemblato e ricomposto il tutto, seguendo un ordine cronologico e provvedendo ad integrare con propri scritti questo importante volume definito giustamente “ponderoso e poderoso” sulla storia di S. Antonio. Il volume è un atto di amore per una comunità che vive sparsa nelle frazioni di Valdisotto, a Bormio e anche altrove, ma che si riunisce e ritrova identità nella superstite chiesetta di San Bartolomeo. Non è un volume destinato soltanto ai santantonini, ma anche alle giovani generazioni che – a distanza di trent’anni dalla frana – non hanno conosciuto questo lembo di Valtellina com’era prima della catastrofe. È un libro destinato a tutti i cultori di storia e chi ama la Valtellina.
Livio Dei Cas, Leo Schena (a cura di), Quotidianità della vita valtellinese durante gli anni della “Guerra Bianca” – 437 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2018 – Collana La Reit, Edizione per la XXVI edizione delle Giornate Bormiesi di Cardiologia
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00 ESAURITO
Il volume, pubblicato nel centenario della Prima Guerra Mondiale, rievoca sì i fatti bellici in Alta Valtellina tra il 1915 e il 1918, ma soprattutto narra vicende di persone, di affetti, di sentimenti, di aspetti di vita di paese, di dolore per le morti premature, le esecuzioni sommarie. Il contenuto e il senso di questo volume sono ben descritti da Guglielmo Scaramellini nella sua prefazione intitolata La “Guerra Bianca” in Alta Valle. Rapsodia in grigioverde per artiglieria, voci soliste e corpo alpino: «Con una banale metafora, che però mi pare si attagli bene alla situazione, mi pare che la “storia locale” sia sì un guardare la “Grande Storia” dal buco della serratura, ma non dall’esterno verso l’interno, per mera curiosità di fatti spiccioli; sia, invece, guardare dall’interno verso l’esterno, usando quanto si vede e conosce “dal dentro” per osservare quel che succede “fuori”, nel “vasto mondo esterno”». La ventina di saggi contenuti nel libro danno infatti questo sguardo su una guerra locale che non stata negli eventi e nei numeri così drammatica come sui fronti del Veneto e del Friuli, ma è stata ugualmente dura e drammatica, anche per i disagi e le morti causate dal gelo, dalle valanghe, dai crepacci…
Livio Dei Cas, Leo Schena (a cura di), Valtellina terra di migranti – 413 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2019 – Collana La Reit, Edizione per la XXVII edizione delle Giornate Bormiesi di Cardiologia
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
Il volume contiene 16 saggi che prendono in esame il fenomeno delle migrazioni che interessarono la Valtellina e in particolare lil Bormiese dal XVII secolo ai nostri giorni. Si parla perciò di emigrazione in Australia e Sud America, ma anche di immigrazioni, in particolare di tirolesi che a Bormio hanno trovato lavoro e una casa. Vengono inoltre ricordati anche numerosi personaggi che hanno intrapreso lunghe esperienze di viaggio, tra cui padre Vincenzo Maria, carmelitano, in missione nel Malabar per conto di papa Alessandro VII, padre Giambattista Pedranzini, cappuccino, evangelizzatore in Cina dove è stato incarcerato e perseguitato, il capitano Enrico D’Albertis che nell’ultimo decennio dell’Ottocento ha dipinto quattro meridiane nell’Alta Valtellina lasciandoci anche un ricco patrimonio fotografico di Bormio, Valdidentro e Livigno. Nella pagina del sito relativa al volume sono brevemente descritti tutti gli articoli contenuti nella monografia.
Cristina Pedrana, Giambattista Pedranzini da Bormio. Un missionario francescano in Cina nel 1700, Sondrio 2020 – Raccolta di Studi Storici sulla Valtellina XLVIII, in collaborazione con la Società Storica Valtellinese
Costo euro 20,00 (+ spese di spedizione); per i soci del Cssav euro 15,00
La non dissimulata cronaca del viaggio in Cina, redatta dal francescano Giambattista Pedranzini nel XVIII secolo, restituisce al lettore una circostanziale visione d’insieme dell’inospitale territorio che lo accolse durante la campagna di sensibilizzazione religiosa, conclusasi con la sua espulsione nel 1747. Assediato dalle miserie e dalle debolezze spirituali dei tartari, il suo operato s’impose di riconsegnarci coerentemente le sole esperienze vissute in prima persona, prive quindi dell’ignoranza di una mancata conoscenza diretta dei luoghi e delle relative tradizioni locali, che a quel tempo in Valtellina risultavano sicuramente più immaginarie che reali, come lo stesso autore Giambattista sottolineò nel suo elaborato scrivendo: “il regno della REzia ancora manca di un solo uomo che si fosse addentrato nei paesi d’Oriente prima del mio arrivo”. Questo fatto, unito alla sua fervente cristianità, contribuì certamente a restituirgli nel Levante la nomea di stregone, possessore di arti magiche, incantatore di vergini, ribelle settario e istigatore verso l’Imperatore e gli dei locali, portandolo a subire, lungo la durevole peregrinazione di prigionia, le dure carceri cinesi e le più cruente torture orientali.
Livio Dei Cas, Leo Schena (a cura di), Nelle scie del Sacro Macello – 470 pagine, illustrazioni b/n, cucito a filo, copertina morbida, formato pagina 23×15, Bormio 2021 – Collana La Reit, Edizione per la XXVIII edizione delle Giornate Bormiesi di Cardiologia
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