Bollettino n. 21/2018 – Centro Studi Storici Alta Valtellina
Indice
Andrea Straffi, Croci astili in Valfurva: una ricerca ancora aperta
Massimo Della Misericordia, Le croci astili rinascimentali della Valfurva. Uno sguardo storico
Gli articoli di Andrea Straffi e Massimo Della Misericordia nel presentare le croci astili di Valfurva prima di soffermarsi su di esse, tracciano in generale le origini di questi manufatti, spesso preziosi, e gli usi, soprattutto processionali, con un ampio panorama storico su altre realtà lombarde.
Ilario Silvestri, Pietro Salveti, il canonico dell’annunciazione
Pietro Salveti, canonico di Bormio, vissuto nel Cinquecento, ha contribuito al culto e alla diffusione iconografica del mistero dell’Annunciazione. Il saggio tratta quindi anche degli affreschi in particolare della chiesa di Santa Lucia di Valdisotto, di San Pietro e Marcellino sempre di Valdisotto e della SS. Trinità di Teregua in Valfurva.
Daniela Valzer, La leggenda del volto di Gesù
Presso la Biblioteca Parrocchiale Sertorio di Bormio, in una cinquecentina che fu di proprietà del medico Giulio Foliani, si legge una presunta lettera di Ponzio Pilato al Senato romano in cui sono delineate le fattezze di Cristo a noi familiari, quali il color nocciola degli occhi, la chioma riccia e lunga, la barba folta. Pur trattandosi di un clamoroso falso storico, nato in un periodo in cui il rigore filologico non era considerato una priorità, il testo è un’ottima testimonianza della mentalità tardo antica. Gesù viene infatti descritto in modo idealizzato, come un giudice severo, ierocratico e trionfatore, senza fare alcun cenno alla croce, così essenziale nella religiosità cristiana moderna.
Livio Dei Cas-Francesca Gatti, La peste nel Bormiese. Analisi critiche e diagnosi differenziali
Livio Dei Cas, stimato cardiologo, è l’artefice delle Giornate Bormiesi di Cardiologia. Nell’edizione 2018 ha tenuto una lectio parlando delle pestilenze che hanno colpito la Valtellina tra i secoli XV e XVII. In collaborazione con la dott.ssa Francesca Gatti ha analizzato tali epidemie rivelando che non sempre si trattava di peste ma di altre perniciose patologie infettive.
Daniela Valzer, Il maschio-lupo e Cappuccetto Rosso
Daniela Valzer trascrive e analizza un altro processo di tentato stupro. Un pastore di pecore lombardo, al soldo di un allevatore camuno, molesta pesantemente una fanciulla tentando di approfittarne. Le urla e l’intervento di paesani scongiura il precipitare degli eventi. La violenza sessuale, fenomeno ahimè ancora attuale, viene esaminato dai giudici bormini con severità, ma anche con clemenza.
Lorenza Fumagalli, Alberto De Simoni, il moderato Beccaria bormino
Lorenza Fumagalli trascrive e presenta una memoria di Luigi Picci riguardante il giureconsulto Alberto De Simoni, tracciandone la biografia, i successi, gli scritti. Concludendo con il necrologio dell’illustre bormino pubblicato sulla “Gazzetta di Milano” del 18 marzo 1822.
Gloria Camesasca, Spunti di storia bormina in un volume della Raccolta Romegialli
Gli Archivi, oltre a costituire le fonti certe della nostra storia, riservano sempre delle sorprese molto particolari. In un volume della Raccolta Romegialli, conservata presso l’Archivio di Stato di Sondrio, è riportato un componimento in versi: Per la nuova strada del Monte Braulio su pel Giogo di Stelvio. Ode dell’ab. Giuseppe Francesco Rezzoli di Bormio che l’archivista Gloria Camesasca presenta, trascrive e commenta.
Anna Lanfranchi, “Questa povera, grande ammalata”. Glicerio Longa, un illuminato al servizio della scuola italiana
Anna Lanfranchi introduce e ripropone il dimenticato scritto di Glicerio Longa La casa della scuola, una impietosa descrizione delle miserrime condizioni in cui versavano le scuole del Bormiese nel primo decennio del Novecento. Il saggio di Anna Lanfranchi è dedicato a Ines Confortola, carissima collaboratrice e amica del Centro Studi Storici Alta Valtellina. Uno dei suoi ultimi lasciti alla nostra associazione fu questo libercolo del Longa, che volle donarci con la sua solita generosa partecipazione. le saremo sempre riconoscenti per la sensibilità accordata al Cssav.
Anna Berbenni, La scuola elementare di Bormio fra il XIX e il XX secolo
L’esame degli atti amministrativi trascritti da Anna Berbenni ci dimostrano che anche nel passato la burocrazia era complessa tant’è che dal bisogno di una nuova scuola, il comune di Bormio giunge ad approvare il capitolato speciale d’appalto nel 1927.
Gisi Schena, Escursione invernale in Val Livigno (1887) di Antonio Cederna
Nel 1888 la Rivista del CAI pubblicò la descrizione dell’escursione a Livigno di Antonio Cederna, insieme a due amici. Ovviamente i tre soggiornarono all’Albergo Alpina. Bisogna considerare che allora Livigno, ancora senza strada, rimaneva praticamente isolata per tutto il periodo invernale. Antonio Cederna, nel suo scritto, profetizza: Se Livigno avesse una strada carrozzabile che lo collegasse a Bormio e a Poschiavo, non tarderebbe a diventare un secondo Davos.
Costantino De Monti, Sampédru, culla di Giosuè
Di Giosuè Dei Cas, noto in Valdisotto come “Fratèl Giosuè”, sono già state edite diverse pubblicazioni. Lo scritto di Costantino De Monti non intende perciò occuparsi della vita, ma delle sue origini, e vuole riportare alla luce alcune nuove notizie.
Elio Bertolina, Le lettere delle zie orsoline
Legate per più motivi all’unico nipote le due orsoline gli scrivono per la prima volta il 28 gennaio 1942, pochi giorni dopo la sua partenza da Valfurva. Seguono altre cinque lettere. Elio Bertolina ha trascritto questo epistolario, commentandolo con opportune annotazioni.
Remo Bracchi, L’elogio della pernacchia
Un folto addensarsi di voci e di locuzioni intorno alla vile ‘pernacchia’ testimonia una ricorrenza a prima vista insospettata alla sua presenza dimessa, ma riemergente ad ogni occasione da un sottofondo di saggezza popolare, considerazioni igieniche, creazioni di variopinta arguzia, applicazioni ironiche a ranghi sociali presuntuosi, riflessioni morali.
Maria Valentina Casa, Una storia del Novecento
Maria Valentina Casa intervista sua nonna Margherita Maiolani ricostruendo non solo vicende familiari, ma anche spaccati di storia di Oga, frazione di Valdisotto, di vita agreste e del fenomeno dell’emigrazione.