Bollettino del Centro Studi Storici Alta Valtellina esce listato a lutto: il 2019, infatti, segna la dipartita di don Remo Bracchi, studioso coltissimo e soprattutto amatissimo da tutti i cultori di storia locale, per i quali era diventato sia un riferimento imprescindibile per le ricerche sia – e ancor più – come amico fraterno con cui rapportarsi. Il Bollettino era un po’ una sua creatura, perché aveva contribuito alla fondazione del CSSAV e ne era il propulsore. “Chi ci lascia è invisibile, ma non assente”: sono parole sue e oggi più che mai le facciamo nostre, portando avanti la sua eredità pur consapevoli della nostra pochezza rispetto al suo sapere.
Il Bollettino Storico contiene il suo ultimo lavoro – rimasto incompleto – intitolato “Terra di migranti”. Anche don Remo, ora, è migrato, ma dalle sue pagine continua a parlarci e ad affascinarci. Ancora una volta ci sa stupire con una collezione di termini sul cui significato getta uno sguardo profondo e al contempo divertito: come spiegare altrimenti la carrellata di insulti ed offese che nei secoli addietro si pronunciavano con le parole “uàffen”, “fanaflìch”? Oppure l’origine scherzosa di parola ancora oggi in uso come “vasistas” o “vesè”? Spiritoso come un fanciullino, colto come l’ottavio sapiente dell’antica Grecia, modesto e generoso, come gli scritti che a profusione ci ha lasciato e dai quali ognuno di noi potrà “succhiare” il nettare della conoscenza. Non possiamo che dedicare a lui la recensione di questo ultimo volume, certi che non ce ne vorranno i bravissimi autori che gli fanno da corona e che da lui hanno sicuramente attinto qualcosa, ciascuno a modo suo.
Anna